ANCHE ON-LINE {T.C.C., Psicoterapia Dinamica Breve, Training Autogeno,T.A.S., Biofeedback.}
T.A. IL TRAINING AUTOGENO E LA GESTIONE DELLO STRESS
Si potrebbe pensare al Training Autogeno come ad una tecnica che serve solo perrilassarsi, ma non è così o meglio non esattamente. In realtà il T.A. è una tecnica di cambiamento che produce in chi lo pratica, delle reali modificazioni sia a livello fisiologico (sistema neurovegetativo), sia a livello psicologico (vissuto emotivo). Il rilassamento è da considerarsi la condizione necessaria per accedere ai veri e propri esercizi del T.A. E' una tecnica che tramite il rilassamento può fare conseguire, in tempi ragionevolmente brevi, apprezzabili modificazioni dell' unità corpo-mente ed incidere in modo decisivo sui disturbi psicosomatici e di angoscia (stress). Attraverso il raggiungimento di uno stato di distenione che la persona acquisisce, si produce il contemporaneo modificarsi di funzioni psichiche e somatiche tra cui il tono muscolare, la funzionalità cardio vascolare, l' attività polmonare, l'equilibrio neurovegetativo e lo stato di coscienza. Si ottengono quindi modificazioni in senso opposto a quelle provocate da uno stato di tensione, di ansia e di stress.
IL Training Autogeno è una metodica che è possibile apprendere per il beneficio di tutte quelle situazioni in cui è coinvolto l'apparato PsicoSomatico.
Quando si apprende il Training Autogeno, da professionisti nel campo della psicologia e della psicoterapia, si possono avere effetti positivi su disturbi quali: disturbi del sonno, emicranie, cefalee, difficoltà respiratorie, tachicardie, gastrite, colite, ulcera gastrica, asma bronchiale, balbuzie, tosse psicogena, tic, astenia, encopresi, turbe comportamentali, acufene, ipercinesi, disturbi alimentari, dipendenze, disturbi sessuali quali eiacullazione precoce, impotenza, anorgasmia, vaginismo, enuresi, incontinenza, in dermatologia, in ostetricia, preparazione al parto e alla maternità. Miglioramento delle capacità cognitive come: la memoria, la capacità di concentrarsi, la capacità a non lasciarsi distrarre da fattori disturbanti, gestione di pensieri disturbanti.
IL TRAINING AUTOGENO SOMATICO O INFERIORE, IL T.A.; IL TRAINING AUTOGENO SUPERIORE, IL T.A.S.
Il metodo del T.A. somatico o ciclo inferiore ricalca un approccio Cognitivo-Comportamentale, invece, nel ciclo degli esercizi superiori (T.A. superiore o T.A.S.) attraverso l’immaginario autogeno, recupera l’approccio psicoanalitico e ci consente di fare “un tuffo dentro di se’”. In realtà abbiamo due anime del T.A. La prima ci aiuta a ritrovare un nuovo rapporto con il nostro corpo, riportandoci con l’IO corporeo ritrovato a sensazioni molto antiche e stratificate nell’inconscio, ma anche molto nuove, reinsegnandoci a vivere il corpo come un luogo di benessere e di profonda intimità. Possiamo attraverso il T.A.S., prima sedare il corpo, poi lo dimentichiamo ed infine saremo più ricettivi, cioè con meno difese alle immagini che “sgorgheranno” dentro di noi. La Psicoterapia autogena prevede il T.A. di base e il T.A.S. come mezzi per migliorare prima il rapporto col corpo ed indagare poi le nostre problematiche inconsce. Il percorso consiste in : Una buona indagine anamnestica ed inquadramento della personalità (depressiva, isterica, ossessiva, border-line, schizoide); Stabilire l’Alleanza Terapeutica ed analizzare, gli aspetti più conflittuali o problematici della personalità; Proporre il T.A. e farlo eseguire in maniera corretta; Infine approdare, dopo un periodo di esercizi di visualizzazzione, al T.A.S. ed iniziare con l’esercizio dei colori, per poi passare ad altri esercizi.
TRAINING AUTOGENO PER BAMBINI E ADOLESCENTI
Le applicazioni del training autogeno nell'infanzia e nell'età evolutiva, sono innumerevoli e consentono di avvicinarsi a bambini che manifestano disagio o problematiche specifiche dello sviluppo, favorendo il rilassamento in generale, per scaricare lo stress e le tensioni emotive fino ad alleviare o determinare la graduale scomparsa di alcuni problemi che si manifestano soprattutto con sintomi somatici o comportamentali.
Praticando tali esercizi si possono elaborare problematiche di ansia e di stress che si manifestano a livello organico, familiare, scolastico o sociale, poiché essi tendono a migliorare il contatto con le sensazioni fisiche e conseguentemente con i vissuti interiori, di rilassamento e sicurezza. I disturbi tipici dello stress infantile che vengono migliorati e per cui questo metodo si rivela utile comprendono gli stati di agitazione che possono essere manifestati attraverso sintomi di:
• enuresi (qualora essa compaia contestualmente o poco dopo sconvolgimenti psichici e non sia legata ad accertabili anomalie organiche transitorie o permanenti);
• ipersensibilità a rumori o a stimoli sociali (es. presenza di estranei);
• eccessiva sudorazione o rossore, spesso associati ad insicurezza o rabbia, durante le interazioni con altri bambini o durante le attività ludiche, scolastiche o sportive;
• irrequietezza diurna;
• insonnia, con o senza incubi e terrori notturni;
• crisi di pianto e di capricci frequenti ed immotivate;
• difficoltà scolastiche legate a mancanza di concentrazione, di memoria oppure a facile comparsa di stanchezza;
• disturbi transitori nello sviluppo del linguaggio generati o aggravati da cause psicologiche (es. ritardo nella comparsa del linguaggio, balbuzie, difetti di pronuncia e tendenza a mantenere il linguaggio infantile);
• disturbi gastrointestinali, come diarrea o stitichezza, non legati a cause patologiche ed associati a stati di tensione oppure a particolari fasi dello sviluppo che tendono a generare angoscia (arrivo di un fratellino-sorellina, ingresso a scuola, mutamenti di abitudini e stili di vita, cambiamenti di residenza, sostituzione di educatori ed altre figure affettive con cui il bambino intrattiene interazioni quotidiane, ecc.);
• tutti i problemi che si manifestano a livello fisico ma che, una volta escluse cause fisiologiche, compaiono in concomitanza di fattori di stress (es. tosse nervosa, bruxismo, febbre lieve ripetuta in occasione del rientro a scuola, di esami o di competizioni sportive).
L'IPNOSI CLINICA.
Cosa non è l’ipnosi?
L’ipnosi non è una cura ma un insieme di metodiche che possono essere usati/e per alterare lo stato di coscienza di una persona. Vista,udito, tatto, stimolare con una certa modalità, questi organi di senso possono undurre lo stato d'ipnosi
Freud rifiuta l'ipnosi per due motivi:
1. Perchè ha effetto temporaneo come più volte sottolinea
2. Per il semplice fatto che l'ipnosi è una tecnica che stimola principalmente il subconscio, ma per guarire dalle nevrosi si dovrebbe agire invece nello stato vigile, in modo da superare le proprie paure, i propri dubbi e i propri problemi.
L'ipnosi serve per conoscere le cause ma non a superarle, per Freud l'ipnosi non serve per curare, per risolvere il problema. L’ipnosi fa male?
L’ipnosi è di per se innocua. Tuttavia vi sono situazioni in cui non va usata, così come altre in cui può essere impiegata evitando però l’applicazione di certe tecniche e adottando un’adeguata condotta.
Essa è generalmente controindicata in presenza, nell’individuo, di problematiche psicologiche profonde ovvero quando l’Io è debole o sono presenti forti conflitti inconsci. In questo caso, l’ipnosi potrebbe arrivare ad aggravare lo stato psicopatologico. Dal momento che è una tecnica che dissocia i due emisferi cerebrali, essa è controindicata a coloro che soffrono di disturbi, borderline, di personalità, di possibile scompenso psicologico del pensiero, problemi psichiatrici. Da evitare anche il suo utilizzo per l’eliminazione di sintomi somatici, espressione di meccanismi di difesa e di compensazione, quali certe diarree e ipertensioni; infine è sconsigliabile l’induzione di conflitti e di regressioni di età in pazienti ipertesi, ipertiroidei, cardiopatici di una certa gravità in cui le emozioni violente possono avere gravi ripercussioni.
Seppure le controindicazioni non siano molte, è comunque necessaria un’adeguata informazione sia da parte di chi viene indotto all’ipnosi sia da parte di chi la induce.
IMPIEGHI DELL’IPNOSI
L’ipnosi si è rivelata molto utile in ostetricia, anestesiologia, chirurgia ed odontoiatria con finalità diverse.
Ipnosi e ostetricia. In ostetricia l’ipnosi può rappresentare un valido aiuto sia nel periodo della gestazione che al momento della nascita, eventi che possono essere vissuti con grande calma, serenità, fiducia in sé stesse, se si è riusciti a stabilire il giusto equilibrio psicosomatico, a facilitare lo scarico delle pulsioni aggressive e potenziare le motivazioni attraverso una condotta attiva e cosciente. L’ipnosi può inoltre consentire di vincere i disturbi legati alla nausea, vomito, ansia, insonnia e la componente “dolore” legata al parto.
"Quello a cui opponi resistenza persiste” è una citazione che appartiene allo psicoanalista e antropologo svizzero Carl Gustav Jung, e attraverso la quale egli ci spiega come tutto ciò che non abbiamo portato alla coscienza e che quindi non abbiamo accettato interiormente, torna sotto forma di destino nel mondo esteriore. Cosa significa esattamente? Significa che non ha senso opporre continuamente resistenza in tutto ciò che si presenta nella nostra quotidianità, sperando così di poter vivere una vita migliore o addirittura migliorare il mondo, è tutto inutile. Per “vedere” dei cambiamenti nella nostra vita e nel mondo nel quale viviamo, dobbiamo entrare in un nuovo stato di coscienza, che non tende a opporre resistenza, ma tende ad accettare ciò che noi in realtà vogliamo. Perché sembra un paradosso, sembra una situazione tragicomica, ma se ci fate caso, vi accorgerete come noi tendiamo a dare importanza a ciò che in realtà non vogliamo, quindi opponiamo resistenza, e così facendo stiamo indirizzando la nostra energia, la nostra concentrazione, le nostre attenzioni, verso ciò che… NON vogliamo!
La gente crede che per eliminare un problema sia necessario concentrarsi su di esso; ma tutto ciò è fuori luogo, che senso ha per noi focalizzare tutta la nostra energia per quel particolare problema anziché concentrarci sulla soluzione? In tutto ciò mi viene in mente la geniale affermazione di Madre Teresa di Calcutta quando la invitarono ad una manifestazione contro la guerra e rispose: “Non prenderò mai parte a una manifestazione contro la guerra, ma se ne organizzate una a favore della pace invitatemi”. Questo significa “non opporre resistenza”, che non vuol dire tralasciare il problema come in molti suppongono, ma significa focalizzare l’attenzione, quindi pensieri ed energia, in ciò che è la soluzione del problema. Invece di essere contro la guerra, siate a favore della pace, invece di essere contro il terrorismo, siate a favore dell’integrazione. Avrete notato, ad esempio, che alle elezioni politiche vince quasi sempre il candidato a cui la gente è spesso contraria! E secondo voi, perché succede?
Ricorda: “Quello A Cui Opponi Resistenza Persiste” .
Stefano Abrate
HR Director Italy, Greece & Turkey at Resources Italy